Al centro di Sardegna East Land, la Barbagia è il cuore dell’isola. Un territorio che occupa i versanti del Gennargentu e i rilievi minori attorno (che costituiscono buona parte dell’area del Parco nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu), massiccio montuoso di scisto, calcare e granito, geologicamente tra i più antichi d’Europa. La presenza umana qui è ridotta al minimo, a parlare è la natura incontaminata, boschi, corsi d’acqua per esperienze dal fascino unico.
La Barbagia è una delle zone con la minor densità di popolazione d’Europa, una caratteristica questa che insieme a l’asprezza del territorio le ha permesso di preservare i suoi tesori culturali e naturali. Quest’area è una delle poche regioni della Sardegna, dove la lingua sarda e le sue varietà interne si parlano ancora quotidianamente, nella vita di comunità e non solo in quella domestica. Il nome Barbaria, coniato dai Romani è legato al fatto che qui si rifugiarono i sardi che resistettero alle conquiste di Cartaginesi e Romani. Per questo la zona viene storicamente identificata con la costante resistenziale sarda che ha tenuto testa agli invasori venuti dal mare.
Questa regione storica è costellata da piccoli borghi dove è presente un forte senso di comunità; centri circondati da una maestosa natura incontaminata dove vengono tramandate preziose pratiche di artigianato e millenarie tradizioni.
L’economia agropastorale favorita dalla presenza di pascoli verdi e aromatici che consentono la produzione di deliziosi formaggi come il Fiore Sardo a cui è dedicato un museo nel pittoresco borgo di Gavoi, rende la Barbagia un’area di grande interesse per i foodies e gli amanti delle esperienze di gusto autentiche. Un caleidoscopio di colori e suoni che unisce le storie di alcuni dei paesi più famosi e unici della Sardegna con piccoli centri meno conosciuti immersi in una natura sfidante ma con tanto da scoprire.
Dai 1000 metri sul livello del mare di Fonni sul Gennargentu, il comune più alto della Sardegna con l’unico impianto sciistico dell’isola, ai muri che parlano tramite i murales, vere opere d’arte, tra i viottoli di Orgosolo affacciato sul Supramonte. La Barbagia è il Cannonau di Mamoiada e le maschere del suo Carnevale e di quelle di Ottana, protagonista di una modernità discussa.
Non manca il passato minerario che ancora si respira nel piccolo borgo di Gadoni e nella sua Fontana Raminosa. Sono di Barbagia le geometrie misteriose de Sa Burra, il tappeto di Sarule e i variopinti abiti tradizionali di Meana Sardo. Si trova in Barbagia anche il pittoresco borgo di Olzai con l’unico mulino ad acqua tuttora funzionante dell’isola e la gualchiera ancora attiva di Tiana, il paese dell’orbace. Un paradiso per gli amanti delle passeggiate che a Ovodda potranno respirare un’atmosfera da villaggio alpino come ad Aritzo, il paese dei castagneti e del commercio della neve. Paesaggi mozzafiato anche a Belvì, circondata dai boschi e famosa per i suoi dolci che sembrano opere d’arte.
La Barbagia è la leggendaria storia di Ospitone, il Re Pastore di Ollolai, che guidò la cristianizzazione della zona e dei siti archeologici importanti e affascinanti che hanno rivelato al mondo la storia degli antichi nuragici, come quelli di Teti, gioielli che gli appassionati non possono lasciarsi sfuggire. Rocce dalle forme più strane vi sorprenderanno nel piccolo paesino di Austis mentre a Lodine potrete regalarvi intense ore di relax pagaiando sul lago di Gusana. Tutto questo è solo un assaggio, la Barbagia va vissuta di persona per assaporare le mille sfumature di Sardegna che custodisce.
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